#lucio Apuleio
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percival895 · 7 months ago
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"Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, ché anche nella tempesta della vita umana le cose leggiere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare" Lucio Apuleio
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thebeautycove · 2 years ago
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Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti, 1787-93. Parigi Louvre.
Nel corso della sua carriera, Canova affrontò più volte il tema dell’amore, trasfigurandolo nel mito. In particolare, amò la vicenda di Amore e Psiche, alla quale dedicò alcuni gruppi scultorei. Il più celebre presenta le figure dei due amanti giacenti e oggi si trova al Louvre. Il soggetto è tratto da una favola dello scrittore latino Lucio Apuleio (125-170 d.C. circa), che nelle sue Metamorfosi raccontò di come Amore (altro nome con cui è conosciuto Cupido, Eros per i Greci) si fosse perdutamente innamorato della mortale Psiche, una principessa talmente bella da suscitare l’invidia e la gelosia della stessa Venere.
Psiche, legata ad Amore da un appassionato sentimento, aveva l’ordine di non guardare mai in volto il giovane dio, che incontrava soltanto al buio. Ma la donna, spinta dalla sua curiosità, volle invece contemplare l’amato alla luce di una lanterna e per questo fu condannata da Venere a superare alcune prove, tra le quali far visita a Proserpina negli Inferi, dove cadde in un sonno profondo. Amore, non resistendo al desiderio di riunirsi alla sua amata, la svegliò pungendola con una delle sue saette. Alla fine, Zeus, mosso a compassione, donò a Psiche l’immortalità, concedendole di vivere per sempre accanto ad Amore che la fece sua sposa e dall’unione nacque una figlia, Voluptas, dea del piacere fisico e sensuale.
Il capolavoro di Canova illustra uno dei momenti più lirici del mito. Amore si china a baciare l’adorata Psiche, dopo averla risvegliata dal sonno mortale in cui questa era caduta; la donna alza le braccia, in un gesto elegante e leggero, sfiorando con le dita i capelli dell’amato. Le loro labbra si avvicinano ma non si uniscono. I corpi adolescenziali, dalle forme perfette (secondo un principio di bellezza spirituale e assoluta), si accostano ma non si stringono. Il desiderio, testimoniato dalla mano di Amore che sfiora il seno di Psiche, è palpabile ma non espresso.
Canova ha saputo fermare l’azione dei due amanti in un attimo eternamente sospeso. I due giovani rimangono rapiti uno nella bellezza dell’altra. Tutta la scena è pervasa da un sottilissimo e raffinato erotismo, che contraddice l’idea, assai diffusa, che la scultura neoclassica sia incapace di rappresentare i sentimenti. Che Amore e Psiche si amino e si desiderino è invece qui mostrato in modo chiarissimo: soltanto che Canova non è interessato a rappresentare la passione incontenibile, l’impeto incontrollabile.
Non è questo il compito dell’arte neoclassica che mira ad altro scopo; sicché, il travolgimento dei sensi viene sciolto nella tenerezza, lo slancio amoroso viene sfumato nel perenne incanto della contemplazione. L’opera, insomma, rispetta pienamente i canoni dell’estetica neoclassica e celebra prima di tutto il tema della bellezza ideale.
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delectablywaywardbeard-blog · 11 months ago
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L'asino d'oro di Apuleio ritrovato torna alla biblioteca di Cremona
I carabinieri del Nucleo di Udine del Comando Patrimonio Culturale hanno restituito al direttore della biblioteca del seminario vescovile Santa Maria della Pace di Cremona, don Paolo Fusar Imperatore, il prezioso volume dal titolo ‘L’asino d’oro di Lucio Apuleio filosofo platonico’ scritto dal poeta cartaginese Lucio Apuleio (125 – 170 d.c.) per ‘Domenico Louisa à Rialto 1703’.     Si tratta di…
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ars-solitudine · 3 years ago
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Bevi, Psiche, e sii immortale! Amore non sarà mai sciolto dal vincolo che lo unisce a te. Da oggi voi siete sposi per tutta l’eternità.
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multiversopersonale · 5 years ago
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E di niente avrò bisogno nelle tenebre della notte: ho te, e sei tu la mia luce.
Lucio Apuleio, La favola di Eros e Psiche
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topaudiobooksit · 3 years ago
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Amore e psiche - Lucio Apuleio https://ift.tt/DdsIGfz
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susieporta · 3 years ago
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AMORE E PSICHE: LA FAVOLA DELL’ANIMA SECONDO CANOVA
Non è necessario essere degli eruditi per restare incantati davanti all’incontro dell’Anima (questo il significato del nome Psiche presso gli antichi greci) con gli ardori di Eros, dove la perfezione della forma si accende di infuocata tenerezza e un varco si apre tra l’umano e il divino.
Tanto bella che Flaubert disse:
"Non ho guardato nulla del resto della galleria. Ci sono tornato più volte e, l’ultima, ho baciato sotto l’ascella la donna in deliquio che tende verso Amore lunghe braccia di marmo. E il piede! E la testa! Il profilo! Mi si perdoni, dopo molto tempo è stato il mio unico bacio sensuale, ed era qualcosa di più: baciavo la bellezza stessa, ed era al genio che sacrificavo il mio ardente entusiasmo”.
All’origine dell’opera c’è un mito greco, che lo scrittore latino Lucio Apuleio rese popolare tra i romani con il libro Le Metamorfosi o L’Asino d’Oro. Psiche è una fanciulla talmente bella da suscitare l’invidia di Afrodite, che ordina al figlio Eros di farla innamorare dell’essere più vile e disgustoso. Ma nemmeno il dio alato resiste al fascino di Psiche.
Invece di darla in sposa a un terribile drago, Eros la attira verso uno splendido palazzo dove i due si incontrano al buio, in un incanto che si rinnova ogni sera. A una condizione: lei non dovrà mai indagare sull’identità del marito. La curiosità, tuttavia, prende il sopravvento. Una notte la fanciulla accende una lucerna e scopre tremante che Amore dorme al suo fianco. Una goccia d’olio bollente finisce sulla spalla di lui, che fugge adirato.
La furia di Afrodite si scatena, ma la ragazza ha dalla sua il favore degli dei. Sottoposta alle prove più ardue, Psiche le supera tutte fino a tradirsi in un gesto avventato: apre il vaso della bellezza che, nell’oscurità degli Inferi, Persefone le ha dato da consegnare ad Afrodite, e cade in un sonno profondo.
Sarà Eros a risvegliarla e la coppia vivrà per sempre sull’Olimpo, insieme alla figlioletta Edoné, la Voluptas dei latini.
La caratteristica principale:è bella a 360 gradi, ve la propongo con questo taglio di luce che esalta le splendide ali.
Antonio Canova, Amore e Psiche, Dettaglio, 1788-1793, Marmo bianco, 155 cm, Parigi, Musée du Louvre
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canesenzafissadimora · 4 years ago
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E di niente avrò bisogno nelle tenebre della notte: ho te, sei tu la mia luce. Lucio Apuleio - Amore e Psiche
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aradiascoven · 5 years ago
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"Canova ha ripreso la favola narrata nel romanzo L'asino d'oro di Lucio Apuleio. L'artista ha rappresentato un episodio della favola, quello in cui Amore rianima Psiche svenuta in quanto, contro gli ordini di Venere, aveva aperto un vaso ricevuto nell'Ade da Proserpina. Canova ha fermato nel marmo un attimo che rimane sospeso: la tensione dei due giovani corpi che non si stringono, ma si sfiorano appena con sottile erotismo, mentre il dio contempla, ricambiato con la stessa dolce intensità, il volto della fanciulla amata, ognuno rapito dalla bellezza dell'altro. È l'attimo che precede il bacio, un contatto che sta per avvenire, che l'atteggiamento dei corpi e gli sguardi preannunciano".
Antonio Canova - Amore e Psiche che si abbracciano, 1787-1793
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perpassareiltempo · 5 years ago
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E di niente avrò bisogno nelle tenebre della notte: ho te, e sei tu la mia luce.
Lucio Apuleio - La favola di Eros e Psiche
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effigies-nullius · 5 years ago
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Dead Souls (Мёртвые души) by Nikolai Gogol and Metamorphoseon libri by Lucio Apuleio
~thrift store
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dalilamj · 5 years ago
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''L'incorno tra PAN e PSICHE'' Abbandonata da Amore, il suo amante, Psiche viene confortata da Pan, il dio dei boschi: «Per fortuna che Pan, il dio dei campi, se ne stava seduto proprio lì, sulla sponda del fiume...Il dio caprino appena vide Psiche così distrutta e affranta, poiché non era ignaro delle sue sventure, la chiamò dolcemente a sé, confortandola con buone parole: "’Figliola cara,’ cominciò a dirle ‘io non sono che un villano, un rozzo pastore, però di esperienza ne ho tanta dato che sono vecchio ormai. Quindi se vedo chiaro - in fondo in questo consiste, secondo quelli che se ne intendono, l’essere profeti - dal tuo passo vacillante, dal pallore estremo del tuo viso, da quel sospirare continuamente e soprattutto dai tuoi occhi così tristi, devo arguire che un amore violento ti tormenta.» (da ''La favola di Amore e Psiche'' di Lucio Apuleio). L'opera ''Pan consola Psiche'' che si vede nell'immagine è stata realizzata dall'artista Reinhol Begas tra il 1857 e il 1858. Il soggetto ha permesso a Begas di unire una serie elementi figurativi contrastanti all'interno di una scultura: femminilità e forza maschile, tenerezza e ruvidità, giovinezza e anzianità.
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abatelunare · 6 years ago
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L'amore è crudele: la sua fiamma, quando è ancor piccola, col suo primo tepore alletta i sensi; poi col fomento dell'abitudine diviene un incendio e divora interamente gli uomini nelle sue immense vampe.
Lucio Apuleio Madaurense
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liviaserpieri · 7 years ago
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“Sur la vérité physique J’écris ton nom”
“La storia dell’anima è storia di schiavitù e di violenza. In quanto personaggio, Anima fa la sua prima effettiva comparsa, sulle scene della scrittura, nelle Metamorfosi di Apuleio. È Psiche, la fanciulla perseguitata. Certamente non la prima fanciulla perseguitata della tradizione narrativa, ma altrettanto certamente la prima fanciulla perseguitata a chiamarsi esplicitamente Anima sul filo di una incontrovertibile strategia allusiva alla scrittura e al pensiero in cui l’anima e le sue vicende sono diventate oggetto filosofico: i dialoghi e la speculazione platonici.
Se la filosofia di Platone, che pure tanti mythoi ha narrato, non ne ha raccontato alcuno sull’Anima –ed è un elemento che richiede spiegazione e inchiesta–, Apuleio ha invece voluto fabbricare intorno ad essa il celeberrimo intreccio che tutti conosciamo, colmando in qualche modo il vuoto o rompendo l’interdetto platonico. Il risultato dell’operazione apuleiana è una fiaba all’interno di un racconto più vasto il cui protagonista, come è noto, è un fanciullo perseguitato, Lucio.
Già l’esito dell’atto narrativo di Apuleio è in sé significativo. La storia di Anima-Psiche è un racconto chiuso nel racconto, clôture semiotica che allude alla situazione di effettiva clausura del personaggio: innanzitutto l’ascoltatore della favola, la fanciulla, Càrite, anch’essa perseguitata come Psiche, fatta prigioniera e ridotta in catene dai ladri, che l’hanno rapita dalla sua bella casa. Il luogo in cui la ragazza è reclusa è una caverna spaventosa, che funge da nascondiglio per i banditi.
L’altra reclusa è, appunto, Psiche: reclusa nel carcere d’oro dello splendido palazzo di Cupido, dove presta un vero e proprio servitium amoris, un servizio erotico, nei confronti di qualcuno che lei non conosce, che non vede né può vedere, un padrone o meglio, un carceriere invisibile, del quale è a completa disposizione. L’atmosfera incantata del palazzo magico non può ingannare sulla condizione di schiavitù sessuale cui Psiche è costretta. Propp ha chiaramente individuato il contenuto sessuale della storia di Amore e Psiche, dietro cui si adombra una vicenda rituale di rapimento, stupro e morte.
E se poi dovessero ingannare gli splendori del palazzo meraviglioso, ogni illusione svanisce nella seconda parte della fiaba, quando Psiche cade nelle mani di Venere...”
Massimo Stella - La schiava del filosofo: sventure dell’anima e della giustizia. Apuleio, Platone, Sade
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ragazzodaparete · 8 years ago
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Recensione -  La Metamorfosi o Asino d'oro
Recensione –  La Metamorfosi o Asino d’oro
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Copertina random, non ho trovato l’edizione da me letta
Autore: Lucio Apuleio
Genere: letteratura latina, avventura, commedia, epico, formazione, satira
Prima pubblicazione: II secolo d. C
L’autore 
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Lucio Apuleio (Madaura, 125 – 170 circa) è stato uno scrittore, sacerdote, filosofo e mago romano di scuola platonica.
È noto in particolare per la composizione del romanzo “Le metamorfosi (o Asino…
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letteraemme · 9 years ago
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Eccomi o Lucio, mossa alle tue preghiere, io la madre della natura, la signora di tutti gli elementi, l'origine e il principio di tutte le età, la più grande di tutte le divinità, la regina dei morti, là prima dei celesti, colei che in sé riassume l'immagine di tutti gli dei e di tutte le dee, che col suo cenno governa le altezze luminose del cielo, i salubri venti del mare, i desolati silenzi dell'oltretomba, la cui potenza, unica, tutto il mondo onora sotto varie forme, con diversi riti e differenti nomi. I Frigi, i primi abitatori della terra, mi chiamano Pessinunzia, Madre degli dei, gli Autoctoni Attici Minerva Cecropia, i Ciprioti circondati dal mare Venere Pafia, i Cretesi arcieri famosi Diana Dittinna, i Siculi trilingui Proserpina Stigia, gli antichi abitatori di Eleusi Gerere Attica, altri Giunone, altri Bellona, altri Ecate, altri ancora Ramnusia, ma i due popoli degli Etiopi, che il dio sole illumina coi suoi raggi quando sorge e quando tramonta e gli Egizi, così grandi per la loro antica sapienza, venerandomi con quelle cerimonie che a me si addicono, mi chiamano con il mio vero nome, Iside regina.
Lucio Apuleio - L’Asino d’oro
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